EJTECH

Dal 1992 TECH International è la prima rivista a diffusione mondiale dedicata all’industria dell’occhialeria.
Dall’ottobre 2004, dati i molti punti di interesse comune, la rivista ha allargato il proprio campo d’azione anche alla gioielleria. I fornitori di questi comparti industriali hanno un unico mezzo di comunicazione per raggiungere nuovi potenziali clienti a livello internazionale e i produttori hanno un utile strumento di aggiornamento su tecnica, tecnologia, ricerca e sviluppo.
Tutte le novità su materie prime, macchine, sistemi, attrezzature, componenti, minuterie, lenti da sole, accessori, finiture e servizi. Presente con un suo stand ai principali saloni di occhialeria, gioielleria e meccanica specializzata, si rivolge ai responsabili e ai tecnici della produzione.

DISTRIBUZIONE MONDIALE PER CATEGORIE: Fabbricanti di occhiali, gioielli, orologi 60%; Fornitori di macchinari, servizi e tecnologia per occhialeria, gioielleria e orologeria 25%; Fiere di settore 10%; Designer, tecnici 5%

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA: Europa (45% in Italia); Asia 20%; Americhe 10%

TESTI: italiano e inglese.

EDITORIALE
BILANCIARE L’INTELLIGENZA UMANA CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: UNA QUESTIONE DI SAGGEZZA

Nell’era di una innovazione tecnologica senza precedenti, ci troviamo di fronte a una domanda cruciale: quale dovrebbe essere il ruolo dell’intelligenza umana nell’era dell’intelligenza artificiale (IA)? Mentre l’IA si evolve rapidamente e diventa sempre più integrata nella nostra vita quotidiana, è essenziale riconoscere il valore irrinunciabile dell’intelligenza umana e, al contempo, comprendere le sue limitazioni.

L’intelligenza artificiale ha rivoluzionato la progettazione e l’ottimizzazione dei processi in modi che un tempo sembravano fantascienza. La sua capacità di analizzare enormi quantità di dati, individuare pattern e fornire soluzioni rapide è senza dubbio un asset incredibile. Tuttavia, nonostante tutti i suoi progressi, l’IA è ancora limitata dalla sua programmazione e dalla mancanza di comprensione del contesto umano.

Quando l’intelligenza umana è usata male, con malafede e in modo pretestuoso, può causare danni significativi. In tali circostanze, potrebbe sembrare allettante affidarsi completamente all’IA, sperando che, priva di emozioni e pregiudizi umani, possa prendere decisioni più razionali e sensate, sicuramente pensando prima di agire.

Tuttavia, l’IA, per quanto avanzata, è ancora limitata dalla sua programmazione iniziale e dalle informazioni fornite dai suoi creatori umani. Senza una guida umana, potrebbe facilmente perpetuare e amplificare gli errori presenti nei dati di addestramento o nei suoi algoritmi.

Invece di vedere l’IA come un surrogato perfetto e veloce dell’intelligenza umana, dovremmo considerarla quindi come un partner, collaborativo e funzionale. L’IA può aiutarci a individuare modelli, suggerire soluzioni e automatizzare processi. Ma è la nostra intelligenza che deve rimanere al timone; assicurandosi che le decisioni finali siano prese con saggezza, responsabilità, creatività e con quella capacità visionaria che ancora appartiene solo all’uomo.

Manlio Valli
Direttore Editoriale
redazione.tech@vedere.it